Cinema in Casa

 

HOME THEATRE (Cinema in Casa)

Cos'è l'home theatre

Premettiamo subito che questa trattazione non pretende di essere esaustiva sull'argomento, ma enunciare semplicemente alcuni principi generali, necessari per potersi almeno avvicinarsi all’argomento con un minimo di cognizione.

Cosa si intende per home theatre (traduzione in italiano "cinema in casa")?

E' il termine inglese che nel mondo identifica un impianto audio/video casalingo realizzato osservando alcuni standard qualitativi e componentistici definiti (a volte da operatori del mercato, o da riviste specializzate, in alcuni casi da ricercatori ecc.).

Gli elementi che compongono un tale impianto (adatto quindi alla visione di qualità di un film) si dividono in apparecchiature audio e video, le cui trattazioni verranno separate in due sezioni distinte, anche per semplificarne la comprensione.

E' utile rilevare subito che la componente audio, grazie al funzionamento del nostro cervello adeguatamente supportato dall'introduzione di specifici formati multicanale, è sicuramente quella che inciderà maggiormente nell’effetto di coinvolgimento nella visione.

In breve il motivo che ci porta a dotarci di un impianto home theatre è quello di permetterci, nel nostro salotto (o altro locale a questo uso destinato), di riprodurre un film con la qualità e la fedeltà audio/video che si avvicini il più possibile a quella ottenibile in una sala cinematografica.

Chiaramente molto dipenderà dalla qualità degli apparecchi che comporranno il nostro impianto e, conseguentemente, da quanto siamo disposti a investire per la nostra passione, ma è altrettanto certo che, con scelte oculate e professionalmente determinate, è possibile raggiungere un ottimo livello qualitativo anche con una spesa accettabile (spesso inferiore a quanto si possa immaginare) e questa rappresenta la nostra “mission impossible”.

Formati Audio Multicanale

Oggi, in qualsiasi sala cinematografica (e quindi così sarà anche per l’home theatre) abbiamo impianti di diffusione audio multicanale: ciò comporta che l’audio è suddiviso in più “canali”, pre-elaborati nella fase di missaggio, e quindi distribuiti a più diffusori adeguatamente distribuiti nella sala e deputati a riprodurre una specifica porzione del messaggio musicale, il che ci permette di ottenere un ambiente sonoro avvolgente e quanto mai realistico. 

Alla base di un simile impianto vi è un decoder deputato a gestire i diversi flussi ed indirizzarli alle giuste uscite: spesso i decoder sono inclusi negli amplificatori, più raramente possono essere presenti anche nei DVD player di fascia alta.

Vi sono poi i diffusori (5 o 7 e più, a seconda del sistema scelto/supportato).

Nell’elenco che segue abbiamo i formati AV più diffusi e i rispettivi schemi canale:

HOME-THEATRE_tabella
 

L’impianto home theatre

Un impianto home theatre presenta più apparecchi tra loro connessi, ognuno deputato a svolgere un compito specifico e il cui insieme (detto anche “catena”) ci permette di ricostruire spazialmente l’evento.

Secondo lo scopo della presente trattazione, la descrizione degli apparecchi e loro utilizzo, sarà il più semplice possibile, rimandando ad altre guide specifiche i dettagli tecnici dell'argomento.

Possiamo schematizzare un esempio di collegamenti come sotto:

impianto cinema in casa

SORGENTE AUDIO/VIDEO

Come ovvio, il primo anello della nostra “catena” sarà costituito dalla sorgente: è l’apparato che ci consentirà di leggere i nostri contenuti audio-video e quindi, seppure senza inutili sovradimensionamenti, la sua qualità contribuisce in misura apprezzabile nella qualità finale della “catena”.

L’arcinoto principio “nulla si crea e nulla si distrugge” vale sia in natura, che per il nostro prezioso segnale, che sia audio o video.

In qualsiasi impianto audio-video che si rispetti avremo la possibilità/esigenza di collegare diverse sorgenti, in modo da poter fruire dei nostri contenuti in molteplici configurazioni.

Potremo quindi collegare sorgenti tradizionali come lettori Blu Ray, DVD, sintonizzatore satellitare o tv digitale terrestre, CD player, giradischi, piuttosto che Hard Disk di rete, smatphone, ipod, o le più datate vcr , laserdisc, ecc..: in conclusione praticamente ogni tipo di sorgente audio/video di cui disponiamo.

Fermo restando che per una trattazione più approfondita sulle caratteristiche tecniche di ogni singola tipologia (almeno le più usate), si rimanda all’apposita guida specifica, un aspetto molto importante da considerare per l'acquisto della sorgente (in seguito anche per l'acquisto dell'amplificatore) è la dotazione di uscite/entrate analogiche e digitali. 

Diciamo che di norma per ogni tipologia di sorgente dovremo avere una dotazione del tipo:

LETTORE BLU RAY e DVD

  1. HDMI è un’uscita in grado di trasportare tutti i formati di video digitale (fino all’HDTV), l’audio (fino a 7.1 canali) e segnali di comunicazione bidirezionali. Tutti i dispositivi in alta definizione ne sono dotati perché è l’unico tipo di connessione "sicura" abilitata a trasmettere il segnale video in Full HD 1920 x 1080p.

  2. COAXIAL e OPTICAL sono uscite audio digitali che inviano segnali in formato multicanale. La prima è elettrica con cavo coassiale terminato con connettore RCA, la seconda è ottica con connettore chiamato Toslink. Queste connessioni sono utilizzate per inviare l’audio digitale dalla sorgente all’amplificatore, che ne effettua la decodifica. Se si collega la sorgente tramite HDMI, la connessione audio digitale è superflua.

  3. RCA: si tratta della connessione audio più vecchia e diffusa, ancora presente sui pannelli posteriori di quasi tutte le apparecchiature. Il collegamento sfrutta un cavetto con terminazione RCA per ogni canale.

  4. BALANCED: anche questa è una tipologia di connessione audio molto datata, ancora presente (seppure non indispensabile) su apparecchiature di alto livello, grazie alla qualità superiore allo standard RCA

  5. USB: sempre più presente come possibilità di collegare altri dispositivi di origine informatica da utilizzare come sorgente. Non è indispensabile a meno di non avere l'esigenza di sfruttare il convertitore interno del lettore (ove questa possibilità sia disponibile).

  6. ETHERNET: queste connessioni sono utilizzate per diversi scopi: come canale di ritorno delle informazioni sui decoder per funzioni interattive (per ora poco utilizzate), sui lettori Blu-ray per scaricare contributi extra grazie alla funzione BD Live supportata da alcuni dischi. La connessione di rete è utile anche per eventuali aggiornamenti del software di gestione dell’apparecchio.

DECODER SATELLITARE

  1. HDMI: come già detto, è un’uscita per tutti i formati di video digitale (fino all’HDTV), l’audio (fino a 7.1 canali) e segnali di comunicazione bidirezionali. In questo apparecchio va utilizzata per connetterlo a un TV color Full HD 1920 x 1080p, direttamente o attraverso la sezione sorgenti di un amplificatore AV.

  2. COAXIAL e OPTICAL ferme restando le caratteristiche già enunciate, in questo caso verranno utilizzate per inviare l’audio digitale dal decoder all’amplificatore AV o all’impianto HIFI.

  1. SCART: è un tipo di uscita multipolare molto datata, ma ancora utile nel caso si volesse connettere un vecchio VCR (videoregistratore), o comunque un TV color privo di ingresso HDMI (ormai rarissimi).

  2. ETHERNET: questa connessione è qui utilizzata come canale di ritorno delle informazioni sui decoder per funzioni interattive che prevedano una connessione a Internet (oltre a essere utile per aggiornamenti del software di gestione dell’apparecchio.

  3. USB: in questo caso si utilizza principalmente come possibilità di collegare altri dispositivi di origine informatica da utilizzare come sorgente (Hard Disk portatili, Digital Key ecc.).

  4. SAT IN: è il connettore a cui collegare il cavo proveniente dalla parabola. Alcuni decoder (da consigliare) ne prevedono una coppia, per permettere la connessione del doppio sintonizzatore interno. Per sfruttare al meglio tale possibilità, dalla parabola dovranno arrivare due cavi, ma possono essere utilizzati anche appositi splitter che sdoppino l’uscita (anche se ovviamente non è la stessa cosa).

  5. PRESA TELEFONICA: alcuni decoder prevedono la possibilità di svolgere alcune operazioni tramite collegamento alla linea telefonica: anche se utile in alcuni casi, non la ritengo una necessità.

AMPLIFICAZIONE A / V

Ora che abbiamo visto come “leggere” i nostri contenuti, abbiamo bisogno di un apparecchio per prenda questi flussi di segnale e li invii al nostro sistema di diffusori acustici.

Questo apparecchio si chiama amplificatore A / V (molto spesso sinto-amplificatore) e rappresenta la “centrale di gestione” di tutto l'impianto: è chiamato a svolgere numerosi compiti che cercheremo di illustrare brevemente, evitando tecnicismi troppo spinti e rimandando a altre guide gli approfondimenti.

Anzitutto distinguiamo tre tipologie principali di amplificazione:

  1. AMPLIFICATORE A /V (apparecchio integrato al cui interno vi sono la sezione preamplificatrice, i finali di potenza, convertitore per segnali digitali e la sezione di decodifica audio);

  2. SINTO-AMPLIFICATORE A / V (come il precedente con l’aggiunta di una sezione sinto radio);

  3. PRE e FINALE A / V (apparecchi separati in cui le sezioni preamplicatrice, a volte anche il sinto radio, convertitore e decodifica sono nel PRE, mentre il FINALE contiene semplicemente i finali di potenza).

Bisogna poi distinguere tra i vari sistemi HT che si possono installare: il minimo (e anche lo standard più diffuso) è il sistema 5.1 o Dolby Digital, dove il numero indica 5 diffusori (2 front + 2 surround + 1 centrale) a cui si aggiunge 1 sub-woofer. Oggi siamo arrivati a amplificazioni in grado di gestire impianti 11.2 (11 diffusori + 2 sub-woofers), ma per semplicità di trattazione, qui prenderemo in considerazione l’impianto tipico, con il consiglio per chi lo desideri di approfondire gli altri sistemi su una Guida di prossima pubblicazione.

Possiamo schematizzare i collegamenti necessari come nell’immagine seguente:

collegamenti-home-theatre

Un primo criterio di scelta potrebbe essere la potenza che sarà in grado di erogare la nostra amplificazione: personalmente ritengo che per sonorizzare adeguatamente un locale medio (25/30 mq.), non si dovrebbe scendere sotto i 75 Watt/canale (facendo attenzione che siano Watt RMS e non musicali o altre definizioni di fantasia).

Stabilita la potenza, particolare attenzione va riposta nei sistemi di decodifica dell’audio che avremo a disposizione. Bisogna subito dire che ormai le codifiche disponibili sono veramente tante, al punto che sia quasi impossibile (a meno di apparecchi di altissimo livello e costi) che siano tutte presenti.

Possiamo “accontentarci” di un apparecchio che offra anche solo il classico Dolby Digital, precursore del home theatre e standard necessario e sufficiente a un sistema 5.1, anche se oggi possiamo aspettarci di avere almeno Dolby Digital Plus, Dolby True HD, DTS-HD Master Audio, Pro Logic II, DTS, DTS NEO:6 e DTS 96/24: sembra una pretesa esagerata, ma vi assicuro che ormai anche i moderni apparecchi entry level sono in grado di soddisfare questo requisito (per una visione delle codifiche e loro caratteristiche base vedi l’apposita guida alle codifiche audio).

Altrettanto auspicabile che il nostro amplificatore A / V abbia Bluetooth, una porta Ethernet e Wi-Fi, oltre alla compatibilità con DLNA 1.5 ed AirPlay di Apple, la possibilità di riprodurre dalla rete locale o tramite USB (magari frontale) varie tipologie di file musicali, come MP3, WMA, WAV, AAC, FLAC, ALAC, AIFF e DSD e supportare vari servizi musicali in rete, come Pandora, Spotify Connect ecc.

Sarebbe gradito anche il supporto a file video 4K Ultra HD (nativi e/o in upscaling), seppure ancora poco diffusi, come molto interessante sarebbe la possibilità di un ingresso digitale (USB, ottico o coassiale) che permetta di sfruttare un convertitore interno capace di supportare frequenze di campionamento fino a 192kHz/24 bit, utile qualora si vogliano riprodurre files musicali ad alta risoluzione.

In quanto alle possibilità di collegamenti, oltre ai succitati e considerando che l’offerta è talmente ampia da permetterci di trovare comunque l’apparecchio giusto per le nostre esigenze, genericamente una buona dotazione potrebbe prevedere almeno cinque ingressi e tre uscite HDMI, tre ingressi ed un'uscita composito, tre ingressi e due uscite component, quattro ingressi analogici su RCA, un ingresso phono (se si intende utilizzare ancora i vecchio buon giradischi), due ingressi digitali ottici e due coassiali, gli ingressi analogici, le uscite pre-out, ovviamente le uscite per i diffusori e magari una porta RS-232C e una presa cuffia frontale.

L'amplificatore sempre più spesso è anche in grado di applicare effetti DSP (Digital Sound Processing), ovvero alcuni effetti audio (ogni marchio da loro nomi diversi, ma sostanzialmente si somigliano abbastanza) che possono “simulare” diverse ambientazioni (tipo sala concerti, stadio, cinema ecc.) attraverso echi, riverberi, ritardi ecc..., che consentono di modificare "in diretta" l'audio della sorgente.

Particolarmente utile la possibilità di regolare i ritardi tra i diffusori, che permette di correggere l’audio in ambienti geometricamente problematici; spesso, ma non sempre, l'amplificatore offre anche alcune funzioni di correzione video che consentono di ottimizzare la visione.

TELEVISORE O SCHERMO ?

Ovviamente, dopo aver strutturato la parte audio (a meno del sistema diffusori di cui parleremo più sotto), affrontiamo ora l’argomento della resa video: anche qui molto dipenderà dal budget disponibile. Prendiamo anzitutto in considerazione le tipologie più utilizzate, tralasciando apparecchi come TELEVISORE 4/3 o A RETROPROIEZIONE, ormai obsoleti e poco utilizzati: il primo a causa del rapporto tra le dimensioni dello schermo (4/3) che non lo rendono compatibile con i moderni supporti video (i DVD a esempio sono in formato 16/9), mentre il secondo per l’apprezzabile perdita di contrasto in ambienti anche poco illuminati, comunque entrambi per una qualità non certo di eccellenza e quindi lontani dai nostri obiettivi. Tra le apparecchiature consigliabili avremo quindi:

TELEVISORE: Valutare nell’attuale offerta qual è il miglior TV color potrebbe sembrare un’impresa titanica: per trovare una soluzione, proviamo ad analizzare le caratteristiche tecniche più importanti per provare a individuare il prodotto con il migliore rapporto qualità/prezzo in base al budget a disposizione.

Quali sono le caratteristiche tecniche da valutare? Proviamo a riassumerle:

Risoluzione – oggi in commercio abbiamo fondamentalmente TVcolor con tre tipi di risoluzione:

  1. HD Ready ovvero equivalente a 1280×720 pixel o 1366×768 pixel,

  2. Full HD ovvero equivalente a 1920×1080 pixel

  3. Ultra HD (anche detta 4K) ovvero equivalente a 3840×2160 pixel.

Banalmente potremmo affermare che più ampia è la risoluzione e migliore sarà la qualità dell’immagine.

Senza dubbio questa affermazione è sacrosanta, anche se dobbiamo considerare che per i televisori con risoluzione 4K (ancora abbastanza più costosi rispetto alla media), avremo bisogno di contenuti purtroppo ancora poco diffusi; inoltre ci costringeranno a posizionarci più distanti dallo schermo per apprezzarne la maggiore risoluzione (di conseguenza dovremo avere una stanza decisamente più grande). Un ottimo compromesso potrebbe essere un TVcolor Full HD, sufficientemente economico, disponibile ormai in formati anche superiori a 55’ e con una buona qualità di immagine

Non sono più interessanti i TV HD Ready a mio parere: ormai superati e non tanto vantaggiosi economicamente rispetto ai Full HD.

Smart TV – si distinguono dai TV tradizionali per la connettività Internet e il supporto alle applicazioni, (YouTube, social network, visione di contenuti in streaming ecc.). alcuni Smart TV sono in grado di connettersi alla rete di casa in modalità wireless (molto comodo), altri invece necessitano di connessione via cavo (spesso anche mediante una chiavetta per il collegamento Wi-Fi).

Le applicazioni disponibili e la semplicità d’uso del televisore dipendono fortemente dal suo sistema operativo. Sia il sistema operativo che il processore degli Smart TV non sono tutti uguali: caratteristiche tecniche e soprattutto piattaforme software possono essere anche molto diverse tra loro.

I sistemi operativi più diffusi sono: Tizen OS di Samsung (sui modelli più recenti), WebOS di LG e Android TV, che porta sui televisori tutte le app disponibili su smartphone e tablet e ha Sony come uno dei suoi più importanti promotori. La rapidità con cui il nostro TVcolor eseguirà le varie app dipende necessariamente dalla potenza del processore, altra caratteristica molto importante quindi.

TV al plasma, LCD, LED e OLED – la scelta fra TV al plasma, LCD, LED e OLED è più semplice di quanto si possa immaginare. La tecnologia al plasma è ormai superata, i televisori di questo tipo consumano troppa energia e scaldano in maniera eccessiva. Ti consiglio di evitarli (anche perché ormai in commercio se ne trovano pochissimi). Gli LCD e i LED sono fondamentalmente la stessa cosa: i televisori a LED sono degli LCD che utilizzano i LED anziché le lampade a fluorescenza per la retroilluminazione (fattore che ne riduce drasticamente i consumi energetici e li rende più sottili). Infine ci sono gli OLED, che sono ancora più efficienti dei LED in quanto a consumi, assicurano dei neri profondissimi (in quanto i pixel utilizzati per riprodurre i neri vengono effettivamente spenti) ma attualmente risultano ancora piuttosto costosi. Morale della favola? Se vuoi il miglior rapporto qualità-prezzo orientati su un televisore a LED.

Supporto 3D – in molti si chiedono se conviene davvero acquistare un televisore dotato di supporto 3D. Ebbene, la risposta è… dipende! Se si ha intenzione di acquistare un lettore Blu-Ray con supporto 3D e di sfruttarlo molto, sì. Non c’è dubbio. Bisogna però fare attenzione al tipo di 3D garantito dai vari televisori, attivo o passivo. Trovi spiegate dettagliatamente tutte le differenze fra le due tecnologie nel mio post sui TV 3D.

Display curvi – alcune aziende, come Samsung, stanno puntando forte sui televisori con display curvo. Ma servono davvero? Quali vantaggi hanno rispetto ai classici display piatti? Beh, in linea di massima i TV curvi offrono un’esperienza più avvolgente per lo spettatore rispetto ai display piatti, fanno sembrare lo schermo più grande… ma hanno anche diverse controindicazioni. In primis per godere appieno di questo formato bisogna mettersi di fronte allo schermo, spostandosi di lato la visione risulta molto più limitata rispetto a quella dei display tradizionali. Inoltre possono .

Numero di ingressi – con il proliferare di decoder multimediali, media center, dongle HDMI (es. Chromecast) e console di gioco, è importante acquistare un televisore che abbia un buon numero di ingressi HDMI. Altrettanto importante è il numero delle porte USB disponibili nel TV, le quali servono per collegare hard disk, chiavette USB e alimentare dispositivi come i dongle HDMI. Se hai intenzione di collegare un sintoamplificatore o un impianto audio esterno al televisore, potrebbe farti comodo anche la presenza di un’uscita audio ottica (oltre al consueto jack per le cuffie, ormai presente sulla totalità dei TV, e alle entrate HDMI).

Standard supportati – nella scheda tecnica di un televisore ci sono anche delle sigle che indicano gli standard di trasmissione supportati dal dispositivo: DVB-T indica il supporto al digitale terrestre standard; DVB-T2 il supporto al digitale terrestre di nuova generazione (che comincerà a essere usato nel 2016 e nel corso degli anni andrà a sostituire il DVB-T); DVB-S e DVB-S2 indicano i televisori dotati di sintonizzatore satellitare.

Slot Common interface Plus (CI+) – è lo slot in cui si installa la CAM per la lettura delle smart card (quindi per l’accesso ai servizi di pay TV digitale terrestre). È presente nella maggior parte dei televisori attualmente in commercio, ma potrebbe mancare su alcuni modelli più economici. Occhio!

Altre caratteristiche da prendere in considerazione – altre caratteristiche che ti consiglio di prendere in considerazione prima di acquistare un televisore sono le seguenti.

Refresh rate – è un valore che indica la frequenza di aggiornamento delle immagini su schermo. Può essere di 50Hz, 100Hz o 200Hz, ma alcuni produttori utilizzano cifre più alte (es. 400Hz, 800Hz o 1000Hz) per indicare l’adozione di tecnologie che elaborano l’immagine per renderla più fluida. Per il mercato USA gli standard adottati sono di 60Hz, 120Hz e 240Hz, quindi nelle schede tecniche di alcuni TV potresti incontrare tali valori al posto dei “nostri” 50Hz, 100Hz e 200Hz.

Consumo energetico – i televisori rimangono accesi per parecchie ore al giorno. Acquistane uno di classe energetica alta se non vuoi pagare bollette salate. Le classi energetiche vanno dalla classe D (peggiore) alla classe A+++ (migliore).

Garanzia – alcuni televisori, se di importazione, potrebbero non avere la garanzia standard europea a cui siamo abituati. Controlla bene prima di perfezionare il tuo acquisto.

Supporto Miracast e DLNA – come ti ho spiegato nel mio tutorial sucome collegare il cellulare alla TV, alcuni Smart TV sono dotati del supporto a Miracast, una tecnologia che permette di trasmettere contenuti audio/video al televisore in modalità wireless. Altra tecnologia per la trasmissione dei contenuti multimediali supportata da molti Smart TV è quella DLNA (che però è molto più limitata rispetto a Miracast o Google Cast).

Luminosità – il livello di luminosità massimo di un televisore viene indicato in Nit (cd/m2). Per approfondire l’argomento consulta questa pagina di Wikipedia.

Contrasto – il rapporto di contrasto di un televisore indica il rapporto di luminosità di un’immagine bianca rispetto ad un’immagine nera. Viene espresso utilizzando la formula “x:1”, dove la “x” rappresenta il grado di luminosità del bianco rispetto al nero.

Angolo di visione – si tratta della massima angolazione dalla quale è possibile visualizzare l’immagine su schermo senza distorsioni (quindi con colori e luminosità ottimali). Viene espresso utilizzando la formula “x:x”, dove al posto delle “x” c’è l’angolo di visione massimo.

  • VIDEOPROIETTORE: Volutamente si tralascia in questa sede di prendere in considerazione questa tipologia in maniera approfondita in virtù della loro apprezzabile difficoltà di installazione e comunque della relativamente scarsa diffusione: ci limitiamo a un breve cenno, rimandando a una trattazione specifica un’analisi completa e dettagliata.Quindi possiamo qui dire che, per appassionati evoluti, vi è anche la possibilità di collegare al nostro impianto un proiettore, Il cui funzionamento è simile a quello di un proiettore cinematografico, che fa uscire un fascio di luce da un obbiettivo e proietta su uno schermo le immagini. Naturalmente funziona con segnali video sia a bassa che alta risoluzione e, a seconda del modello, ci possono essere dei limiti alle dimensioni dello schermo e della qualità d'immagine (risente molto dell’illuminazione dell’ambiente).

DIFFUSORI

L'ultimo componente della catena è naturalmente composto dal sistema di diffusori audio: alla base di un ottimale sfruttamento delle componenti acustiche e visive, i componenti dell'impianto home theatre, e in particolare i diffusori audio, devono essere posizionati secondo particolari regole.

Naturalmente, a seconda dell'ambiente che si ha a disposizione, vi possono essere delle varianti, ma alcuni concetti fondamentali, dipendenti sia dalle caratteristiche degli altoparlanti che dalla porzione del messaggio audio che ogni singolo diffusore è chiamato a riprodurre, vanno rispettati.

Il posizionamento in ambiente dei diffusori è certamente la procedura più delicata, sia per questioni di spazio che per le problematiche connesse al loro cablaggio, non sempre risolvibile in modo semplice.

Comunque i concetti fondamentali per ottenere buoni risultati sono i seguenti:

  • Frontali (2): i diffusori frontali sono due (destro e sinistro) e sono posti di fronte allo spettatore rivolti verso di esso, a fianco del televisore. Ne esistono da pavimento o dotati di piedistalli. Ricoprono un ruolo fondamentale: riproducono sottofondi musicali e in generale la colonna sonora del film. E’ importante che l’altoparlante dedicato alle frequenze più alte (tweeter) sia all’altezza delle orecchie dell’ascoltatore, o almeno orientato verso la zona d’ascolto. Altrettanto rilevante è la distanza tra i due diffusori che dev’essere più o meno pari a triangolo equilatero che si formerà tra il centro dei diffusori e il punto d’ascolto:

frontali-triangolo-home-theatre

  • Centrale anteriore: può essere posizionato sotto o sopra il televisore, preferibilmente all'altezza delle orecchie dello spettatore. Il ruolo che ricopre è essenzialmente quello di riprodurre i dialoghi del film.

  • Surround (2): sono i diffusori posteriori (destro e sinistro) e si posizionano dietro allo spettatore, alla distanza di un almeno un metro ciascuno e con un'angolazione di circa 45 gradi. Sono dedicati agli effetti speciali sonori presenti nel film e alla riproduzione dei rumori di tutte le sequenze di azione. In accoppiata con i frontali permettono l'emulazione della spazialità di un effetto, come per esempio il volo di un'astronave.

  • Subwoofer: è un diffusore dedicato alla riproduzione delle frequenze minori di 80 Hz, le più profonde e coinvolgenti per lo spettatore, per questo è detto anche LFE (Low Frequency Effects). Grazie alle caratteristiche diffusive delle basse frequenze, il subwoofer non ha un posizionamento privilegiato e può trovare posto anche in un lato della stanza. Di norma si posiziona dietro il divano o vicino al televisore. Esistono due tipologie di subwoofer: attivi, dotati di un proprio amplificatore, e i più economici passivi.

  • Centrale posteriore: è il settimo diffusore introdotto con l'avvento dei due nuovi formati multicanale, il DTS ES e il Dolby Digital EX, che coprono il buco acustico lasciato esattamente dietro lo spettatore.

diffusori-cinema-in-casa

Qui di seguito riportiamo un semplice schema dei componenti e del loro posizionamento. Questo schema presenta i diffusori sopra citati in un sistema 5.1, ma naturalmente, a seconda del formato multicanale audio che si adotterà, possono essere presenti altri diffusori.

  • Il cablaggio: una buona norma generica è che all’aumentare della distanza del diffusore dall'amplificatore, dovrebbe crescere la sezione del cavo con cui sarà collegato. Importante ricordare che i canali in coppia (frontali e surround ecc.) dovranno avere cavi di lunghezza uguale, anche se rispetto all’amplificatore si trovano a distanze differenti (esempio: frontali 3+3 m. e surround 5+5 m): questo perché lunghezze differenti (e in queste installazione possono verificarsi differenze apprezzabili a seconda degli ambienti in cui si opera) potrebbero introdurre degli squilibri nell’emissione dovute alle diverse resistenze del collegamento, obbligandoci a correzioni col “balance” che personalmente preferisco evitare, se possibile. E' opportuno prestare la giusta attenzione ai collegamenti (possibilmente ricorrendo a cavetteria certificata), e messa in opera con cura, magari spendendo qualche euro in più: sono soldi spesi bene! Esistono anche soluzioni wireless: sempre più spesso possiamo trovare impianti che permettono il collegamento radio di alcuni dei diffusori (quasi sempre quelli posteriori o surround), il che permette comunque una buona qualità, limitando i cavi da installare. Un’altra possibile soluzione è ricorrere a cavi piatti che possono essere fissati al muro e poi tinteggiati (diventando in pratica quasi invisibili), o possono essere inseriti in appositi battiscopa che li mimetizzino completamente.

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